Spettacolo indegno Chi intimidisce l’opposizione Magari non ci permettiamo di dire come pure ha fatto Roberto Saviano al salone del libro, che chi critica in Italia è considerato un disfattista come al tempo del fascismo, certo che un qualche problema è evidente. Per lo meno fa impressione vedere il premier ospite di Massimo Giletti su Rai uno, quel Giletti tanto feroce con Mario Capanna, una personalità che, con tutto il rispetto, in Italia poco ha contato e oggi non conta più niente, completamente sottomesso al presidente del Consiglio. Bello spettacolo edificante quello di un conduttore televisivo forte e sprezzante con i deboli, e prono e sottomesso davanti ai potenti. Meglio ignorare che siamo in campagna elettorale e ancora esiste una legge di “par condicio”, perché su Rai tre si è dato ampio spazio all’onorevole Fitto, intento com’è a demolire Forza Italia è meglio darlo al presidente del Consiglio. D’altra parte la Rai la conosciamo, Berlusconi lanciava gli “editti bulgari”, gli altri si sono arrangiati almeno al cablogramma rumeno. Questa la televisione pubblica. È più o meno sempre stata così e chi è al governo non ci pensa proprio a cambiarla, anzi gradisce asservirla con qualunque mezzo utile, come Roma faceva con le città vicine. Ci lascia molto più interdetti invece che nemmeno le pubbliche piazze siano capaci di ospitare le idee altrui senza rivoltarsi. Perché, insomma, fossimo nei panni del ministro degli Interni, qualche domanda sulle contestazioni ai comizi di Salvini ce la faremmo. A parte che queste contestazioni giovano a creare una simpatia intorno al personaggio politico e gliela risparmieremmo volentieri, il ministro degli Interni non può mettersi a dire che Berlusconi se la vide peggio. Berlusconi fu preso di mira da uno squilibrato, quando Salvini è bersagliato da delle organizzazioni politiche riconoscibili. Senza bisogno di fare una legge per Salvini e senza necessariamente chiudere i centri sociali, forse una qualche prova di prevenzione, il ministero degli Interni potrebbe metterla in pratica. Garantire libertà di parola in democrazia, non è un favore del governo all’opposizione, è un diritto che va salvaguardato per tutti, Salvini incluso. Non ci sembra che il leader della Lega sia tutelato se c’è in gioco la sua incolumità, cosa di cui Alfano non sembra preoccuparsi, preferisce polemizzare. Lasciamo perdere il fascismo, ma quanto si vede è degno di un regime mentre è inaccettabile per una repubblica democratica. Non si possono sottovalutare i contestatori di Salvini: domani possano diventare una manovalanza abituata ad intimidire l’opposizione. Anche questo, in precedenti tempi di crisi, divenne un lavoro a tempo pieno. Si chiamava squadrismo. Roma, 18 maggio 2015 |